COSA SONO
Con il termine wallbox si intende un dispositivo che preleva la corrente dall’ utenza elettrica domestica e la trasmette, tramite cavo, all’auto a batteria. A differenza di una normale presa schuko, però, una wallbox supporta (e sopporta) in sicurezza potenze ben più alte e quindi può trasferire più energia nello stesso tempo all’Electric Vehiche(in gergo EV), per caricarlo più in fretta. A differenza delle colonnine pubbliche, però, una wallbox di solito non converte l’energia in corrente alternata (AC) prelevata dalla rete elettrica in energia in corrente continua (DC). Ma le batterie a ioni di litio accumulano energia in corrente continua e serve quindi una conversione. Ci pensa il caricatore interno presente all’interno dell’auto elettrica, con tutti i suoi limiti.
MASSIMA POTENZA
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Il caricatore dell’auto elettrica può essere un collo di bottiglia: se non è abbastanza potente, infatti, è inutile avere una wallbox che riesce ad erogare moltissima energia. Per fare un esempio: la Nissan Leaf 2018 con batteria da 40 kWh supporta la ricarica in corrente alternata fino a 6,6 kW di potenza, ma il modello precedente con batteria da 24 kWh si ferma a 3,7 kWh. Se colleghiamo una Leaf da 24 kWh ad una wallbox con potenza di 7,4 kW, quest’ultima si adatterà all’auto abbassando la potenza in uscita a 3,7 kW. Se l’auto elettrica ce lo permette, invece, potremo sfruttare a pieno wallbox ad alta potenza che riducono i tempi di ricarica. Sul mercato ce ne sono di varie potenze, a patire da 3,7 kW fino ai 22 kW. Di solito quelle più potenti sfruttano la corrente trifase, che se è accettata dal caricatore dell’auto permette ricariche ben più veloci. Il Suv elettrico Audi e-tron, a differenza della Leaf, accetta fino a 11 kW con corrente trifase fino a 400 Volt.
TEMPI DI RICARICA
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A questo punto è chiaro che, per ridurre al minimo i tempi di ricarica, dobbiamo trovare l’accoppiata giusta tra wallbox ed auto elettrica. Un EV che accetta potenze di ricarica più alte farà il pieno in un tempo minore rispetto ad uno che accetta potenze più basse. Ma per calcolare quanto tempo ci vuole a ricaricare l’auto elettrica con la wallbox di casa dobbiamo aggiungere un altro dato: la capienza della batteria. La batteria di un EV è un serbatoio e la wallbox è una sorgente che può riempire il serbatoio in meno tempo se il flusso è più forte. Ma se il serbatoio è enorme ci vorrà comunque molto tempo per riempirlo tutto. Per tornare all’Audi e-tron: ha una batteria da ben 95 kWh, quindi se la ricarichiamo tramite una wallbox da 11 kW ci vorranno tra le 8 e le 9 ore per fare un pieno, nel migliore dei casi. Se invece vogliamo ricaricarla con una wallbox da 7,4 kW ci vorranno quasi 13 ore. Con una wallbox da 3,7 kW ce ne vorranno oltre 25. Questi i tempi di ricarica completa, in caso di batteria totalmente scarica. Per fortuna sugli EV sono molto più frequenti le ricariche parziali, perché è raro fare percorrenze ininterrotte così alte da portare quasi a zero l’accumulatore.
CONNETTORI STANDARD
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Se è chiaro quale potenza massima di ricarica supporta la propria auto elettrica, non si ha molto altro a cui pensare quando ci si accinge a comprare la wallbox. Perché oggi le wallbox sono standard, come standard sono i due connettori presenti sulle auto elettriche di ultima generazione: uno per la ricarica veloce in corrente continua DC dalle colonnine pubbliche e l’altro per la ricarica domestica più lenta in corrente alternata AC. Per la ricarica DC il connettore standard è ormai il Ccs Combo2, chiamato così perché integra anche i componenti necessari per la ricarica in corrente alternata (molte colonnine pubbliche offrono la possibilità di effettuare entrambi i tipo di ricarica). Per la ricarica AC, invece, il connettore più diffuso in Europa è il cosiddetto Tipo 2, che può veicolare sia la monofase che la trifase, fino a una potenza massima di 43 kW. Affinché la ricarica AC avvenga in sicurezza è necessario usare un Control Box con sistema Pwm (Pulse Width Modulation), che è integrato in tutti i connettori Tipo 2.
E IL CONTATORE?
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C’è anche da considerare che, per installare una wallbox di potenza superiore ai 3 kW, è necessario richiedere al nostro fornitore dell’elettricità un aumento della potenza del contatore. È inutile installare una wallbox da 7,4 kW se il contatore non eroga più di 3,3 kW (cioè 3 kW più la tolleranza del 10%). Per fortuna, a partire dal 2017, sono entrate in vigore nuove regole che consentono alle famiglie di aumentare la potenza del contatore con scatti da 0,5 kW (tra i 3 e i 6 kW), da 1 kW (tra i 6 e i 10 kW) o da 5 kW (sopra i 10 kW). Precedentemente era possibile scegliere solo le potenze di 3 kW, 4,5 kW, e 6 kW. L’aumento della potenza si paga in bolletta, mediamente 23-24 euro l’anno per ogni kW in più “retto” dal contatore. Inoltre, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha chiarito che le postazioni di ricarica per i veicoli elettrici rientrano nei cosiddetti “usi domestici” dell’energia. Altrimenti la tariffa (e quindi il costo di ogni chilometro percorso in EV) salirebbe moltissimo.
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